Didattica
Riflessioni didattiche di carattere generale, sulle modalità in cui operare (in presenza, a distanza e in modalità mista) e sugli strumenti utilizzabili.
Buon anno scolastico! Un anno che nel tempo è diventato sempre più pesante, non in senso metaforico, ma in senso proprio, concreto, concretissimo.
Oggi è normale vedere alunni che vanno a scuola con zaini enormi, pesantissimi, addirittura con i trolley, come se dovessero affrontare un viaggio. Sollevando lo zaino di un mio nipote, mi è venuta spontanea la domanda “Ti porti a scuola i sassi?”. Non è una battuta purtroppo: il peso dello zaino di un alunno della scuola primaria pesa (proporzionalmente) come quello di un antico legionario romano.
Non è sempre stato così: ho provato a misurare e pesare i libri di testo di oggi e di alcuni anni fa e…
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Tra le vecchie carte di famiglia ho trovato dei fogli ingialliti scritti a mano da Giovanni Oliva, geniale professore di matematica, laureatosi a 21 anni e quasi subito entrato in ruolo come vincitore di concorso. In quel di Viareggio dicevano che era molto severo, ma giusto; io dico che sono contento di averlo avuto come zio.
Com’era il programma di Maturità classica nell’anno 1945-46?
La prima osservazione riguarda il modo in cui era scritto: a mano! I testi erano dettati e trascritti dagli alunni.
Ecco quelli di latino e greco: ab uno disce omnes (come disse Virgilio)
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Leggi tutto: Due parole sulla Maturità di una volta, anno 1945-46
Attesa con qualche timore, al liceo classico è tornata la prova di greco agli Esami di Stato (vulgo Maturità).
L’impostazione è giusta: il testo da tradurre, introdotto da una sintetica contestualizzazione, è collocato fra un pre-testo (gioco di parole un po’ fuori luogo) e un post-testo tradotti in italiano.
È finita finalmente l’era del testo decontestualizzato, che in anni nemmeno tanto lontani creava al maturando problemi aggiuntivi rispetto a quelli tecnici.
È anche sparita la facoltà di tradurre in lingua latina il brano, che si trovava fino ad alcuni anni fa in calce al testo proposto (vedi immagine con il testo di greco proposto nel 1991). Pochi davvero riuscivano a tradurre dal greco in latino. Sempre meno studenti e docenti praticavano quest’arte, tanto più nella scuola di oggi piena di distrazioni e di cattedre assegnate per discipline singole.
Ottima l’idea di proporre dei quesiti a risposta aperta: possono essere opinabili, ma sono utilissimi per la valutazione complessiva della prova.
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Eccoci alla fine di questo percorso (ringrazio subito chi mi ha seguito): c’è un futuro per la didattica a distanza?
La risposta è sì ma…
- Non per questa didattica nata dall’emergenza
- Serve una piattaforma ministeriale strutturata (nazionale / europea)
- Deve far parte integrante della didattica ordinaria e non può sostituire la didattica in presenza
- Questa fase di emergenza deve servire per ripensare alla scuola del futuro
Affrontiamo i punti singolarmente prima di passare alle idee
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Leggi tutto: Un futuro per la scuola e un sogno dopo il virus
Dalla cronaca alle prospettive future
Ci tengo preventivamente a dichiarare la mia ammirazione per i colleghi in servizio; hanno fatto qualcosa di straordinario, si sono messi in gioco, hanno accantonato le programmazioni di Istituto, di interclasse, di classe, si sono tuffati a capofitto in un’impresa che solo gli insegnanti possono fare: dare ai propri alunni tutto il possibile, pensando prima di tutto al loro bene.
In questo momento di crisi però possiamo rispondere a tre domande fondamentali:
- Le Istituzioni scolastiche erano pronte? Nella stragrande maggioranza no
- I docenti erano preparati a questo salto nell’infinito cibernetico? No (come le Istituzioni)
- Gli alunni erano pronti? No
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Leggi tutto: Didattica a distanza ai tempi del corona virus - 4