Quaere

Cercando notizie sul mio bisnonno, nato nel 1837, sono andato a consultare l’archivio parrocchiale della chiesa in cui fu battezzato. A quel tempo non erano stati ancora istituiti i Registri dello stato civile[1], ma vigeva l’obbligo di tenere, a livello parrocchiale, i registri di battesimo, matrimonio e morte.

Grazie alla disponibilità dei sacerdoti don Marco e don Michele, che qui pubblicamente ringrazio, ho avuto accesso all’archivio parrocchiale della chiesa dei santi Pietro e Paolo di Villafalletto (CN) dove si trova il Liber baptizatorum, in cui ho trovato la registrazione del battesimo del mio antenato, scritta in latino. Ecco il testo con traduzione e commento

Oliva Joannes Laurentius, filius Laurentii et Margaritæ Berardi jug. [jugalis] natus die decima nona julii anno Millesimo Octingentesimo, trigesimo septimo, et sequenti baptizatus a U (icario) C(hristi) Bonino Francisco: tenentibus Josepho Ricci, et Josepha Brillada.

 Oliva Giovanni, figlio di Lorenzo e della moglie Margherita Berardi, nato il 19 luglio 1837 e nel giorno seguente battezzato dal Vicario di Cristo Bonino Francesco: tenendolo (a battesimo) Giuseppe Ricci e Giuseppa Brillada.

Trovo interessante l’uso della lingua latina nei registri (non solo nella Messa), che rendeva universalmente comprensibili tutti i documenti della Chiesa, scritti in qualunque nazione.

Nel testo osservo:

  • l’uso dell’abbreviazione jug (=iugalis) “moglie”, termine tecnico di valore giuridico che classifica il figlio come legittimo, in quanto nato all’interno del matrimonio;
  • l'uso della j (i lunga) maiuscola e minuscola
  • il sostantivo dies al femminile per indicare una data precisa;
  • l’abbreviazione C. che spero di aver bene risolto come Vicarius Christi;
  • l’ablativo assoluto tenentibus… che spiega l’origine dell’espressione italiana “tenere a battesimo” indicante il compito della madrina e del padrino: tenere fisicamente, cioè reggere in braccio il neonato durate la cerimonia.

Ultima osservazione di costume: il battesimo si celebrava subito dopo la nascita, il giorno dopo. In quel tempo la mortalità infantile era alta ed era meglio evitare che il neonato nell’aldilà fosse destinato al limbo.

Infine una nota storica: Villafalletto è nota per aver dato i natali a Bartolomeo Vanzetti, l’anarchico che fu condannato ingiustamente alla sedia elettrica negli Stati Uniti d’America nel 1927 insieme a Nicola Sacco. Le sue spoglie giacciono nel cimitero cittadino e il paese lo ricorda con due epigrafi, una sulla casa natale e una nella piazza principale.

 

[1] Furono introdotti nel 1837 da Carlo Alberto nel Regno di Sardegna e nel 1866 nel Regno d’Italia.