
Il duomo di Biella che oggi domina l’ampia piazza omonima è un edificio abbastanza recente, che raccoglie l’eredità di un lontano passato, quando la città era piccola e il cristianesimo agli albori. La chiesa più antica dedicata a Santo Stefano fu abbattuta e sostituita dalla chiesa di S. Maria Maggiore (o in Piano) iniziata nel 1402. Anche questa chiesa non c’è più: è stata sostituita nell’ottocento dall’attuale cattedrale, ultimata nel 1926. Il suo interno è molto originale e suggestivo, con affreschi a trompe l’oeil eseguiti da vari artisti, tra cui anche Francesco Gonin, il celebre illustratore del Romanzo manzoniano: le figure sembrano uscire dalla superficie dell’intonaco e l’inganno continua fino a quando ci accostiamo al muro e ci rendiamo conto della sua superficie piatta.
All’interno della facciata del duomo di Biella si trova una lapide scritta in caratteri gotici che ricorda la fondazione di una chiesa… che non c’è più.
Accanto a questa interessante epigrafe si trova una scheda con il testo abbreviato dell’iscrizione, la versione estesa in latino e la traduzione in italiano.

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MCCCCII DIE XX MA RCI INCEP TA FUIT PNS – EXIA P.M. IO BORI |
MCCCCII DIE XX MARTII INCEPTA FUIT PRAESENS ECCLESIA PER MAGISTRUM IOANNEM BORRI |
1402 IL GIORNO 20 MARZO FU INIZIATA QUESTA CHIESA AD OPERA DEL MAESTRO GIOVANNI BORRI |
Il Magister (operis) di una chiesa nel medioevo era progettista e capo delle maestranze del cantiere.

Una sintetica storia della cattedrale di Biella in rete si trova qui
Per conoscere meglio il pittore e disegnatore Francesco Gonin si può consultare questo sito