Il legislatore, politico e scrittore Solone di Atene (638 – 558 a.C.) ci lascia questa breve considerazione (autobiografica) sulla vecchiaia:
γηράσκω δ’αἰεὶ πολλὰ διδασκόμενος[1]
[gherásko d’aiéi pollà didaskómenos]
cioè: “invecchio sempre molte cose imparando”.
Mi piace confrontare questa massima con quella che si legge in una commedia di Terenzio: “Senectus ipsa est morbus”.
Il detto latino sembra considerare i malanni e il decadimento fisico dell’età avanzata con uno sguardo pessimistico, rassegnato all’inevitabile spegnersi delle energie vitali e chiuso a nuovi stimoli; Solone invece non si sofferma sui mali, ma guarda alla possibilità di invecchiare continuando ad imparare, allargando sempre le proprie conoscenze e mantenendo viva la propria curiosità intellettuale. Insomma, un processo di formazione che dura tutta la vita e conserva all’età più avanzata una capacità di crescita e di cambiamento tipica della giovinezza.
Luciana Paracchini
[1] Dal punto di vista metrico è un pentametro. Per ascoltare la lettura tecnica clicca qui