Tra le vecchie carte di famiglia ho trovato dei fogli ingialliti scritti a mano da Giovanni Oliva, geniale professore di matematica, laureatosi a 21 anni e quasi subito entrato in ruolo come vincitore di concorso. In quel di Viareggio dicevano che era molto severo, ma giusto; io dico che sono contento di averlo avuto come zio.
Com’era il programma di Maturità classica nell’anno 1945-46?
La prima osservazione riguarda il modo in cui era scritto: a mano! I testi erano dettati e trascritti dagli alunni.
Ecco quelli di latino e greco: ab uno disce omnes (come disse Virgilio)
Il programma è costituito da un elenco di contenuti sui quali il candidato poteva essere interrogato: comprendeva argomenti svolti nel triennio liceale, quando il liceo classico era articolato in Ginnasio (due anni propedeutici) e Liceo vero e proprio, triennale.
La seconda osservazione riguarda la forma sintetica in cui il programma è presentato: poche parole, in ossequio al popolare motto latino intelligenti pauca.
La terza osservazione entra nel merito: i brani d’autore sono tanti, sicuramente molti di più di quelli che si presentano oggi. Impressiona il numero di versi (almeno 800) di una tragedia greca. Oggi non si può più presentare un programma del genere.
I tempi sono diversi, si sa: una volta si entrava in quarta ginnasio conoscendo il latino, studiato nei precedenti tre anni di Ginnasio (la futura Scuola Media): la conoscenza del latino consentiva agli alunni di concentrarsi sull’apprendimento del greco e di poter contare su alcune nozioni fondamentali.
Nessuno intende tornare ai tempi antichi, non è possibile.
Però si può fare una riflessione: presentare oggi una classe all’Esame di Stato (che continueremo a chiamare “Maturità”) significa stampare pagine e pagine e pagine, facendo un attentato all’ambiente e offrendo un’opportunità agli amanti dei ricorsi, capaci di trovare uno spunto per invalidare l’esame. Quanto ai contenuti vedo con favore uno spazio maggiore dato ai testi originali, senza esagerare, anche perché oggi la Scuola è piena di distrazioni e distratti. I testi sono un riferimento sicuro per chi ha studiato e consentono alle commissioni di allargare il colloquio alle altre materie, e di valutare la “maturità” del candidato nell’operare riferimenti, collegamenti e approfondimenti. E poi non è una delle finalità del Liceo la lettura dei testi in lingua originale?
(2 – continua)