Quaere

Homo homini lupus 

Dedico l’apertura di una nuova sezione del sito al brano musicale che apre e dà il titolo all’album Homo homini lupus del gruppo prog astigiano Locanda delle Fate. Il testo integrale mi è stato gentilmente fornito dal bassista del gruppo, Luciano Boero, che qui ringrazio pubblicamente.

Anzitutto vi invito all’ascolto del brano, sicuramente nuovo per molte persone.
Con (in)colpevole ritardo l’ho scoperto, trovandolo straordinario e interessante sul piano culturale e musicale.

Ecco un link  a YouTube[1] (l’album, del 1999, è praticamente introvabile). Buon ascolto!

HOMO HOMINI LUPUS (A. GAVIGLIO -E. VEVEY)
(con versione italiana a fianco)

 

Lucifer quotidie parat bella usto capillo.
Quam ferus qui primus protulit horrendos enses!
Nos ad mala nostra corde vertimus micante
atqui homo fieri potuit homini lupus

Homo fit lupus
Homo homini lupus

Erigemus faces ad astra in medio caelo
arma crepitantia nigras nubes afferunt caelis.
Lucifer obscuris sparsus sanguine et ferugine
tristia nobis etiam mala omina donat

Homo fit lupus contra ipsius spem
Homo homini lupus per iniquam rem

Hoc vitium est cupiditatis
auri sacrae famis iniquitatis
defectionis caritatis
ad fallacem aram potestatis.

Homo homini lupus
Homo homini lupus

Propter stolidas cogitationes
furor celerat naturam.
Ad bella semper sine cognitione
miser homo vertit ad iacturam

Homo homini lupus
Homo homini lupus

Foedus lucifer, cura ut evanescas
ex animis, ex oculis, ex vita nostra,
redde statim gentibus serenitatem
pacem atque amorem ne umquam

homo sit homini lupus
homo homini lupus

Os sublime Deus dedit ad sidera spectandum
atqui libertatem adeundi ad infandum
luciferis furorem ad ruinam nos trahentem
et homo saepius praefert fieri lupus

Lucifero, con i capelli bruciacchiati,
ogni giorno prepara guerre  
Quanto fu malvagio chi per primo inventò le orrende spade! Noi, col cuore palpitante, andiamo incontro ai nostri mali, eppure spesso preferiamo essere lupi
uno contro l’altro come lupi

Noi che innalziamo fuochi augurali
alle stelle in mezzo al cielo, poi con armi crepitanti copriamo il cielo di nuvole nere
e Lucifero, sporco di sangue e di ruggine,
ci regala tristi presagi di sventura.
E l'uomo diventa lupo contro le sue stesse speranze, uno contro l'altro per cause scellerate.

Tutto per colpa dell'avidità
della smodata fame di denaro
del venir meno di ogni forma d’amore

Homo homini lupus
Homo homini lupus

Sull’altare ingannevole del potere
con assurdi progetti l'uomo ha sconvolto la natura lanciandosi in assurde guerre senza senso unica causa di tutti i suoi mali
e così l'uomo diventa lupo

Homo homini lupus
Homo homini lupus

Sporco Lucifero cerca di sparire immediatamente dai nostri cuori, dai nostri occhi e dalla nostra vita rendici subito serenità, pace e amore affinché l'uomo non si renda più lupo contro l’altro uomo

 

Dio ci ha dato uno sguardo sublime
per contemplare l’universo e ci ha lasciato liberi di seguire i malvagi progetti di Lucifero che portano solo alla rovina
...ma gli uomini più spesso scelgono di essere lupi

Spero che vi sia piaciuto. Ora passiamo a qualche considerazione.

Sul piano culturale la scelta della lingua latina è originale in un brano prog. Normalmente i musicisti italiani che si vogliono proporre al mercato internazionale utilizzano la lingua inglese, che sembra la “lingua madre”, in particolare di alcuni generi musicali. Lo hanno fatto anche gruppi famosissimi (per esempio la Premiata Forneria Marconi) e lo stanno facendo, nel campo della musica rock, anche i Måneskin.

Ma ogni canzone, ogni brano musicale ha una propria lingua, quella che si lega indissolubilmente alla musica. Una canzone nasce intraducibile; si può adattare, si può tradurre per renderla comprensibile a chi non conosce bene la lingua originale, ma difficilmente potrebbe adattarsi a un’altra.
Solo pochi grandi artisti sono riusciti in questa operazione e solo per poche canzoni. Come si potrebbe tradurre in italiano una canzone napoletana? Come suonerebbe una canzone come Creuza de mä in italiano? L’inno italiano in francese?

La lingua latina a mio parere è perfetta per questa canzone, che non racconta fantasie oniriche, che non si perde nei testi ermetici che generano mille dubbi interpretativi. Affronta un tema universale (la guerra e il male) e lo svolge con una lingua universale, dal tono solenne e dal suono familiare: bravo il paroliere e bravi gli interpreti. Meritavano solo più successo, ma purtroppo il pubblico è distratto o, più probabilmente, indotto a prestare attenzione al mercato anglofilo che condiziona la selezione dei brani da inserire in una trasmissione radio o TV.

Ora passo la parola al mio collega di latino. ;-)

Sul piano tecnico - letterario il titolo della canzone ha il suo riferimento più antico in un passo dell’Asinaria di Plauto (v. 495)

«Lupus est homo homini, non homo, quom qualis sit non novit»
«Per l'uomo, chi non si conosce è un lupo, non un uomo»

La frase plautina testimonia la potenza espressiva della lingua latina e la genialità di uno degli autori più straordinari della letteratura arcaica; però la forma in cui questa frase è più popolare, homo homini lupus, appartiene al filosofo Thomas Hobbes che usa tre sole parole (ovviamente latine) per definire l’egoismo umano.
L’autore che dà lo spunto più significativo al testo di Boero è Tibullo, cantore dell’amore e della pace, poeta del periodo augusteo, che faceva parte del Circolo di Messalla.
Troviamo alcune parole letteralmente prese dai versi 1 e 5 della decima elegia del primo libro (evidenziate in rosso)

Quis fuit horrendos primus qui protulit enses?
       Quam ferus et vere ferreus ille fuit!               … nos ad mala nostra vertimus

 Quam ferus qui primus protulit horrendos enses!
Nos ad mala nostra corde vertimus micante

Oltre al testo di Tibullo si trovano anche due espressioni ovidiane, arma crepitantia (Met. I, 144) e sparsus sanguine (Met. XI, 367); infine un chiaro riferimento alla celeberrima auri sacra fames di Virgilio (Aen. III, 57).

Non sono copiature, ma prove di una buona conoscenza della letteratura latina e di un valido punto di partenza: nel suo complesso il testo è originale, adeguato ai nostri tempi e, soprattutto, ben scritto ed espressivo, più bello della versione italiana, a testimonianza della vitalità della lingua latina anche ai nostri tempi, una lingua che si può usare in ogni occasione e che trova il suo spazio anche nella musica d’avanguardia.

Dal punto di vista tecnico non posso fare a meno di rilevare un refuso al penultimo verso (traentem invece che trahentem) e un anomalo futuro (erigemus al posto di erigimus) che si può giustificare per ragioni metriche: il presente erigimus avrebbe portato a una pronuncia incompatibile con la musica.

La correptio (abbreviazione) della i lunga di ipsius, dettata da esigenze metriche, è attestata anche in diversi autori classici. Nel testo stampato, al penultimo verso, leggo “luciferis” come se fosse il genitivo di un nome della terza declinazione anziché della seconda (luciferi) come da vocabolario, ma non sento cantata la “s” finale, quindi può essere un semplice refuso. Comunque sia, la forma si può accettare come libera evoluzione della lingua; del resto anche il significato di Lucifero come dio del male, della guerra e del sangue è un’evoluzione semantica.

Tutti piccoli dettagli, che non compromettono il giudizio finale: complimenti al paroliere e all’intero gruppo Locanda delle Fate.

P.S.: ho trovato anche un altro brano che prende spunto dalla frase homo homini lupus, è degli Elettrojoyce - H.H.L. che però utilizza il celebre detto plautino soltanto come ritornello  https://www.youtube.com/watch?v=c_l9KO7CJuU  il testo del brano è tutto in italiano.

Navigando in rete si troveranno diverse recensioni di carattere musicale, caratterizzate da citazioni imprecise o incomplete del testo latino. La migliore recensione dell’album Homo Homini Lupus è di Alberto Mantovani, del 09/07/2016, che qui ringrazio per avermi dato la buona idea di contattare Luciano Boero.

 

[1] Altri link: https://www.youtube.com/watch?v=s3oRqftn6VU (live); interessante anche la versione tratta dal vinile  https://www.youtube.com/watch?v=hZnTTy1XJ; l’intero album https://www.youtube.com/watch?v=Uok6t4uAMhg