Attesa con qualche timore, al liceo classico è tornata la prova di greco agli Esami di Stato (vulgo Maturità).
L’impostazione è giusta: il testo da tradurre, introdotto da una sintetica contestualizzazione, è collocato fra un pre-testo (gioco di parole un po’ fuori luogo) e un post-testo tradotti in italiano.
È finita finalmente l’era del testo decontestualizzato, che in anni nemmeno tanto lontani creava al maturando problemi aggiuntivi rispetto a quelli tecnici.
È anche sparita la facoltà di tradurre in lingua latina il brano, che si trovava fino ad alcuni anni fa in calce al testo proposto (vedi immagine con il testo di greco proposto nel 1991). Pochi davvero riuscivano a tradurre dal greco in latino. Sempre meno studenti e docenti praticavano quest’arte, tanto più nella scuola di oggi piena di distrazioni e di cattedre assegnate per discipline singole.
Ottima l’idea di proporre dei quesiti a risposta aperta: possono essere opinabili, ma sono utilissimi per la valutazione complessiva della prova.
Ecco qualche rilievo formale.
- La “PRIMA PARTE”, viene spiegata come “traduzione di un testo in lingua greca”. Perché “in lingua greca”? L’espressione è ambigua: si sa che si deve tradurre un brano che è stato scritto in greco, ma l’espressione è infelice. Personalmente preferirei questa indicazione: “traduzione in lingua italiana (o latina) del seguente brano tratto dal dialogo…”
- Il pre-testo di questa prova è disposto in modo strano, con un trattino al termine della quarta riga e due versi omerici citati dall’autore in modo impreciso.
- Molto opinabile la resa della frase τῇσι δ' ἔνι (in Omero ἐνὶ) con ”a queste ne aggiunge un’altra”. Come valuteremmo questa traduzione se l’avesse fatta uno studente? Il “ne” potrebbe suggerire un registro colloquiale (è sempre un dialogo), ma Omero non “aggiunge” nulla; dice semplicemente che “fra di esse c’è” (anche “fra le quali”).
- All’interno del testo solo l’espressione ἐνάτῳ ἔτει mi avrebbe tratto in inganno. Accetto la traduzione “ogni nove anni” perché la trovo nel post-testo, ma, a dire la verità, non ne conosco la ragione tecnica.
È proprio vero che chi studia greco ha tanto da imparare.
(prossimamente dedicherò qualche parola ancora alla Maturità)